Cacciatore uccide Bambotto, il cervo diventato mascotte del paese
Vivere in un paesino a stretto contatto con gli animali non può che essere fantastico. Ancora meglio, poi, se vi è una vera e propria mascotte a rappresentare il suddetto paesino, come nel caso di Bambotto, il protagonista di questa storia dal triste finale.
Siamo a Pecol, una piccola frazione di San Tomaso Agordino nella provincia di Belluno, in Veneto. Sette anni fa, precisamente nel 2016, una mamma cervo è scesa in paese con uno scopo ben preciso: affidare il suo piccolo agli umani.
Pecol, oltre ad essere meta turistica per i suoi paesaggi suggestivi e per gli stabilimenti sciistici, si trova immerso praticamente nella natura. Di conseguenza, gli animali sono abituati a vivere con gli umani e viceversa, come un’unica comunità.
Il piccolo cervo giunto in paese era proprio Bambotto e sin da subito ha conquistato il cuore dei cittadini. Non molto tempo dopo, infatti, hanno deciso di eleggerlo mascotte del paese e così è stato per ben sette lunghi anni.
Tuttavia, qualche giorno fa, un giovane cacciatore di 23 anni ha deciso di porre fine alla sua vita uccidendolo. Alla base di questo ignobile gesto c’è il fatto che, a detta del ragazzo, il cervo si era introdotto nella sua proprietà.
Bambotto, però, era ormai abituato a stare con gli umani e in più era docile e giocoso. Non avrebbe quindi arrecato alcun danno al terreno se non, magari, mangiare qualche frutto.
La popolazione di Pecol è scossa e così anche i tantissimi utenti che sul web e sui vari social hanno appreso della triste notizia. Questo cervo non era una semplice mascotte, ma un vero e proprio simbolo di pace e convivenza tra umani e animali, argomento che ancora oggi necessita di molta attenzione e divulgazione. Noi, nel nostro piccolo, non possiamo che stringerci attorno alla comunità addolorata.